Questa domenica ospiteremo due autori che presenteranno i loro libri, anche attraverso le letture degli amici dell’Associazione socio-culturale Archicarmine Noncista, all’interno di un confronto aperto. Fausta Ivaldi e Nanni Barbaro, sono due importanti autori che hanno scritto e scrivono del nostro amato Sud, ecco perché sentiamo forte, anche il loro, il legame con le nostre “radici”.
Vi aspettiamo* questa domenica 13 novembre ore 18:30 presso il Laboratorio Radici, sede delle associazioni culturali Magnolia e GAStretto sito in via cafari, contrada Gagliardi, 10 , Arangea – RC, per mettere insieme a voi tante ed altre radici!
Maggiori informazioni sugli autori:
Fausta Ivaldi “Una vita esagerata”.
[Se fosse un film, sarebbe un film di movimento, di azione. Senza pause, con tanti colpi di scena e con sceneggiature sempre diverse. Un lungo viaggio fatto d’incontri con posti e umanità, le più variegate. Dai salotti buoni degli uffici del Mercato Comune di Bruxelles, la Rai e le frequentazioni con i più importanti personaggi della politica e dello spettacolo; per poi passare ai luoghi di sofferenza e abbandono dell’Africa e dell’America Latina, ma anche dell’Italia. Luoghi in cui ha conosciuto le sofferenze dei più oppressi e diseredati curando corpi e anime ferite, asciugando le lacrime di chi subiva ingiustizie, ma anche provando su se stessa l’amaro calice della violenza fisica e psicologica.] http://www.cdse.it/
Nanni Barbaro “Sulle sponde dello Stretto mi sono seduto e ho riso”.
[Nanni, un sognatore in bilico tra Piazza Maggiore e il cimitero di Archi. Con un’equazione imperfetta potremmo dire che Bologna non sta ad Archi come invece Stefano Benni sta a Nanni Barbaro. In queste pagine, che fluttuano disinvoltamente tra il surreale e il beffardo senza disdegnare qualche puntatina sul tragico, Nanni esprime chiaramente lo stupore di chi torna a fare i conti con il proprio luogo natio e si rende conto, invece, che quei conti non hanno proprio nessuna voglia di… tornare. Luoghi e personaggi, che probabilmente solo il fuoco evocativo della nostalgia aveva reso ammalianti e fantastici, si mostrano nella loro vera essenza e mettono il narratore nella cruda necessità di descriverli in modo impietoso. È a questo punto che viene fuori l’estro del narratore e Nanni riesce con maestria a dipanare i racconti mischiando sapientemente echi benniani e gucciniani (la Archi di Nanni ne ricorda un po’ il West domestico modenese, di “Tra la via Emilia e il West”), sotto l’occhio vigile del suo amato Faber. Assolutamente esilarante le “historie de li Santi Frati Liquiriziani Larenzu et Limitri” scritte in un esilarante slang che sembra discendere direttamente dalle lingue d’oc e d’oïl e dalla musicalità del volgare italiano dantesco. Bravo Nanni che, incapace di sfuggire al fatale fascino ammaliatore delle sirene dello Stretto, “Sulle sponde dello Stretto mi sono seduto e ho riso”, è riuscito a rivestire di un’indulgente coltre fantastica e poetica la cruda realtà di una terra come la nostra ospitale solo con i forestieri ma matrigna dei suoi figli.] http://www.cdse.it/
* Ingresso ed attività sono riservate ai soci.