II ATTO CONTRARIO AL RAZZISMO (Locandina)*
SABATO 13.04.2019
h 19.30
presso il Laboratorio Radici
Atto Contrario al Razzismo è un’iniziativa contro il razzismo, ed è organizzata dal collettivo di ricerca, Parresia e dall’associazione culturale Magnolia.
L’evento è il secondo atto contrario al razzismo (il primo è stato organizzato il 17 marzo 2019 https://www.facebook.com/events/267122317543531/).
L’evento del 13 Aprile comprende la proiezione di due cortometraggi:
“Refugee blues” di Stephan Bookas (6 Min)
“Terra di transito” di Paolo Martino (55 Min). Qui il trailer:
https://www.youtube.com/watch?v=5gJB27raA-I
A seguire dibattito.
h 21:00 cena sociale (prenotazione al 349.4612197)
Ci sarà anche la possibilità di salvare i libri dal MACERO* 100 libri a 5 euro della casa editrice DeriveApprodi Editore
Iniziativa legata alla campagna lanciata da Comune-info https://comune-info.net/2019/02/atto-contrario-2/
I due cortometraggi raccontano in modalità differenti tra poesia e realtà le esistenze di chi fugge da guerre, persecuzioni, violenze e condizioni drammatiche dei propri paesi d’origine. Invece di essere tutelati e sostenuti dall’Europa le persone sono abbandonate al proprio destino. Non è questa l’Europa che vogliamo.
In particolare, Terra di transito svela i meccanismi dei regolamenti, come l’accordo di Dublino, e le conseguenze che le persone sono costrette ad affrontare.
Dettagli sui cortometraggi:
– Refugee blues, a documentary poem, 6’10’’, France 2016, di Stephan Bookas e Tristan Daws. Basato su “Refugee Blues” (1939), poesia scritta da W. H. Auden, e letta da Noah, un rifugiato. Le immagini sono quelle del campo profughi fuori Calais. Più intimo e diverso da gran parte di ciò che è stato visto nei mass media, questo poema documentario controbilancia la dura realtà del campo, degli scontri frequenti con la polizia antisommossa francese, con la volontà dei suoi abitanti di un futuro migliore. Trailer: https://vimeo.com/139443518
– Terra di transito, 55′ min, Italia 2014, di Paolo Martino. Rahell ha intrapreso un duro viaggio dal Medio Oriente all’Europa per ricongiungersi alla sua famiglia, da anni rifugiata in Svezia. Ma quando arriva in Italia una legge europea lo imprigiona in quella che per lui è solo una terra di transito. Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=5gJB27raA-I
Paolo Martino ha studiato relazioni internazionali e ha vissuto per anni in Medio Oriente, ma le sue radici affondano in un paese ai piedi dall’Appennino. Nel 2010 interrompe la lavorazione di un documentario in Caucaso per seguire la grande rotta dei migranti che dall’Asia centrale porta al cuore d’Europa, e scrive il racconto Mussa Khan – L’afghano ribelle. Quando torna a casa, tre mesi dopo, ha perso dieci chili.
In questi anni produce Just about My Fingers – Storie di confini e impronte digitali (2011) e Terra di Transito (2014) e realizza decine di reportage tra cui Dal Caucaso a Beirut (2012), Doppio gioco a Melilla (2015), Il consiglio di Idomeni (2016), Il mormorìo (2016), scrive articoli, tiene workshop e cammina in montagna. Vive a Trento.
Perché un Macero NO
“L’incontrastato processo di omologazione culturale in atto da un trentennio nel nostro paese sta producendo un devastante impoverimento delle capacità intellettive di milioni di persone.
La produzione, la distribuzione, la commercializzazione del libro come principale strumento di diffusione del sapere individuale e sociale sono sconvolti da una incessante concentrazione dei poteri che ne governano i meccanismi di funzionamento.
Le librerie indipendenti, fino a un decennio fa luoghi privilegiati della cura e della diffusione della bibliodiversità, stanno subendo una sistematica distruzione o l’assorbimento in quelle di catena di proprietà dei grandi gruppi editoriali.
Gli editori indipendenti vedono quotidianamente ridursi gli sbocchi distributivi della loro produzione che si accumula in giacenze il cui costo gestionale diventa insostenibile. Da qui la scelta obbligata di macerare centinaia di migliaia di libri spesso di notevole qualità e pregio.
A questa devastazione occorre reagire con determinazione. Per lunghi decenni i luoghi dell’autogestione e dell’autoproduzione pur scontando molti limiti hanno comunque garantito, logisticamente e politicamente, le espressioni di una resistenza culturale”.
L’obiettivo è quindi essere parte attiva di questa resistenza culturale e oltre al macero NO, invitiamo tutti a contribuire a questo ATTO CONTRARIO.